bova marina

Tra storia, bellezza e radici ebraiche

Un pomeriggio di luce
e profumi sul Mare Ionio

È un tiepido e tardo pomeriggio di primavera quando il viaggiatore giunge a Bova Marina, un piccolo borgo che si affaccia sul mar Ionio, nella regione della Calabria. La luce del sole ha già salutato le acque cristalline, sfiorandole delicatamente, mentre la brezza marina porta con sé, verso sera, il profumo di salsedine e di terra. La meta del viaggiatore è il Parco Archeologico di Archeoderi, ma c’è anche qualcosa di più che lo spinge verso questo angolo di mondo, qualcosa che va oltre la semplice ricerca della bellezza naturale: un antico fascino legato alla storia, una storia che ha sentito sussurrare tra le pagine di vecchi libri e che ora intende scoprire con i suoi occhi.

Il paese di Bova Marina, incastonato tra le colline e il mare, è da sempre parte di un’area intrisa di cultura grecanica, ma il viaggiatore non sa ancora che le sue terre nascondono anche un altro affascinante segreto. Un segreto che affonda le radici nella storia della comunità giudaica che ha un tempo abitato queste terre. Per il viaggiatore è un tuffo nel passato.

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CENNI STORICI

Tra memoria e rinnovamento

Dal Neolitico, alle colonie greche e alle incursioni saracene

Nasce dal respiro della terra e dal battito del mare, un villaggio cresciuto tra storia e speranza. Dall’alto della sua rocca, già nel Neolitico (circa 3000-6000 a.C.), lo sguardo scrutava l’orizzonte, tra Reggio e Locri, mentre le voci dei Greci risuonavano tra le gole a partire dall’epoca della colonizzazione greca (VIII secolo a.C.). Dopo le fiamme dei barbari, i rifugiati trovano qui riparo, costruendo un baluardo che il tempo ha solo arricchito. Tra incursioni saracene (IX-X secolo d.C.), vescovi santi e riti bizantini, Bova diviene anima di un dialogo tra Oriente e Occidente.

Le radici antiche di questo luogo si imprimono anche tra le rocce delle costruzioni di una comunità ebraica che pregava tra i campi di olivi e bergamotti. Così, il viaggiatore di allora udiva il suono delle voci in greco e in ebraico mescolarsi al vento caldo.

Bova Marina: dallo spopolamento del borgo alla rinascita

Poi, il tempo cambia e il borgo si svuota. Per secoli resta solo il sussurro delle onde.

Poco più a valle, alla fine dell’Ottocento, il vescovo Dalmazio D’Andrea cammina lungo il torrente Sideroni, osserva la pianura e sogna un futuro per i più poveri, donando loro terra e dignità.​ Mercanti e pescatori approdano, intanto, sulla costa jonica.

Alla fine dell’Ottocento, con la ferrovia e la statale 106, la vita torna a scorrere. ​I profughi di Bova scelgono la costa, coltivano gelsomini, raccolgono il bergamotto, costruiscono un futuro. Nel 1910, Bova Marina diventa un comune e il passato non è dimenticato: vive nei resti della sinagoga, della Giudecca, nei nomi grecanici, nel profumo della terra, nella luce dorata che abbraccia il mare al tramonto.

 

 

Luoghi da visitare

Bova Marina e Bova Superiore: percorsi di luce e di storia

Tra case di pietra e paesaggi silenziosi

In questo tardo pomeriggio limpido e sereno il visitatore giunge a Bova Marina con il cuore che batte forte, pieno di attesa, consapevole che, tra le piccole case e le vie strette, gli antichi palazzi e le innumerevoli Chiese, sta per incontrare una Calabria diversa, più nascosta, quella che pochi hanno avuto il privilegio di conoscere. La montagna che abbraccia il paese lo accoglie con il suo silenzio maestoso. Il profumo delle erbe aromatiche, che crescono selvatiche tra le crepe delle rocce, lo fa sentire subito in un luogo fuori dal tempo. La camminata tra le strade strette e silenziose di Bova Marina avvolge il viaggiatore in un’atmosfera di pace e introspezione.

Dalle vie antiche ai sentieri della memoria

Le luci appena accese dei vicoli, le case in pietra, le scale scoscese e i balconi adornati di fiori sembrano raccontare una storia fatta di tradizioni e di vita quotidiana che si intrecciano con quelle del passato. Il viaggiatore si lascia guidare dal suono dei suoi passi, quasi ancora frammisto al suono di quell’antica melodia che era la lingua greca e che Gerhard udiva nel suo viaggio, che gli parlava senza nostalgia di un mondo lontano ma sempre vivo. La musicalità delle parole e delle espressioni dialettali che caratterizzano il grecanico rendono quel linguaggio ancora più misterioso e affascinante.
A quel suono si unisce la curiosità che spinge il viaggiatore verso il Parco Archeologico di Archeoderi, un’area naturalistica che, con la sua ricca vegetazione e i panorami mozzafiato, promette di svelargli la bellezza selvaggia di questa parte di Calabria.

Tra rovine e sinagoghe: il cuore della memoria

Archeoderi non delude le aspettative del viaggiatore, nemmeno sotto la luce fievola della sera. Le colline verdi si estendono a perdita d’occhio, mentre le antiche rovine di villaggi e templi nascosti tra gli alberi raccontano la storia di un luogo che ha visto passare secoli di civiltà. Qui, nel cuore del parco, il viandante trova tracce di una storia antica fatta di persone che hanno vissuto e lavorato secoli prima, lasciando dietro di sé le pietre delle loro abitazioni e le testimonianze di una vita vissuta in simbiosi con la natura. Ma quello che più lo incuriosisce è la scoperta che, poco più in là, si trovano anche i resti di una Sinagoga, una testimonianza tangibile della presenza di una comunità giudaica che un tempo abitava la zona. Il viaggiatore decide di andare alla ricerca di questo pezzo di storia che lo affascina.

Le testimonianze di Ebrei, Greci e Latini: culture che si intrecciano

L’antica Sinagoga di Bova Marina e il quartiere ebraico di Bova Superiore: testimoni di un’area multiculturale. Un viaggio tra rovine, memorie e spiritualità grecanica, giudaica e latina. Storie secolari si intrecciano in un borgo che custodisce la bellezza della diversità.

Con passo lento e occhi attenti, si avventura nei dintorni del paese, seguendo i sentieri che lo conducono verso una zona più isolata che custodisce la parte più autentica della cultura grecanica. Tra le rovine di un antico quartiere di Bova Marina, trova ciò che sta cercando: i resti di una sinagoga (IV-V sec. d.C.) che, benché in rovina, porta ancora con sé l’eco delle preghiere che si levano verso il cielo e dei passi di coloro che avevano trovato rifugio e speranza in questo angolo di mondo. Bova, come altre zone della Calabria, ha avuto una popolazione giudaica che nei secoli aveva contribuito a mescolare la sua storia con quella dei greci e dei cristiani. Le pietre, anche se consumate dal tempo, raccontano di un luogo che ha visto risiedere una comunità viva ancora impressa in queste terre.
Il viaggiatore si ferma a lungo davanti a ciò che resta di quella sinagoga, riflettendo sul significato profondo e sulla bellezza nascosta. Non solo grecanico, ma anche giudaico il passato di Bova. È il racconto di una pluralità di culture che, nel corso dei secoli, hanno saputo convivere e arricchirsi a vicenda, creando una comunità unica.

Aspetti Culturali e Antropologici

Riti, sapori e tradizioni grecaniche

Sapori, riti e tradizioni di Bova Marina e Bova Superiore: la memoria culturale della Calabria Grecanica vive in ogni dettaglio.

Cucina e i rituali gastronomici raccontano un passato vivo

Nella dimensione solenne di Bova Marina e Bova Superiore, il viaggiatore si trova immerso in un universo di tradizioni che parlano di antichi riti e sapori inconfondibili. In questo territorio, la cucina diventa il filo conduttore di una cultura millenaria. Tra i piatti tipici spiccano i maccheroni con sugo di capra o ragù di carne, i cordeddi al sugo, le tagliatelle con fagioli secchi (virdeddhu), i tagghiarini con i ceci e la carne di capra alla vutana. In più la lestopitta, una sfoglia di acqua e farina senza lievito fritta in olio, accompagna spesso salumi come il capicollo e la soppressata. Tra i dolci, i petrali e le ‘ngute sono legati alle festività natalizie e pasquali. I piatti di Bova, preparati con ingredienti genuini e ricette tramandate di generazione in generazione, sono un inno alla terra e alla memoria.

Tradizione vinicola, artigianato e allevamento: un’eredità da vivere

La tradizione vinicola è radicata nelle storie delle famiglie che abitano il territorio, dove durante la vendemmia il borgo si colora di festa. I vini locali, come lo Sceró e l’Ambèli, sono ideali per accompagnare i piatti tradizionali.

L’artigianato bovese è un patrimonio di saperi tramandati. La tessitura a mano di coperte vutane, realizzate con lana, lino, cotone e ginestra, presenta disegni risalenti all’epoca bizantina. La lavorazione del legno, praticata dai pastori, produce oggetti finemente intarsiati come telai, stampi per dolci e le musulupare, stampi per l’antico formaggio musulupu. L’allevamento di capre e pecore è una componente fondamentale dell’economia locale. I prodotti caseari, come il pecorino e il musulupu, sono realizzati seguendo metodi tradizionali. Il musulupu, in particolare, è un formaggio fresco e acidulo, modellato con gli appositi stampi, simbolo dell’identità pastorale di Bova.

Feste e musica tradizionale a Bova: la Festa delle Pupazze, il Paleariza e i canti grecanici

Le festività a Bova sono momenti di profonda connessione con le radici culturali. La Festa delle Pupazze, celebrata la Domenica delle Palme, vede la creazione di figure femminili intrecciate con rami d’ulivo, fiori e frutta, portate in processione fino alla Chiesa di San Leo. Questa tradizione affonda le sue origini nei riti religiosi eleusini della mitologia greca. Il Paleariza, festival etno-culturale-musicale di agosto, celebra la lingua e la cultura grecanica attraverso musica, danza e gastronomia.

Inoltre, la musica tradizionale di Bova è un’espressione dell’identità grecanica. Canti come la strina, eseguiti durante il periodo natalizio, sono auguri intonati che rispecchiano l’antica pratica della questua, dove gruppi di persone si recano di casa in casa cantando e ricevendo in cambio generi alimentari.

 

PUNTI DI INTERESSE

NUMERI UTILI

COMUNE DI BOVA SUPERIORE
(+39) 0965 762013

COMUNE DI BOVA MARINA
(+39) 0965 760600