Il viaggio
Nel cuore dell’Area Grecanica sulle tracce di Edward Lear:
un viaggio tra memoria, pietra e parole
Sulle tracce di Edward Lear: il cammino comincia
Ogni passo sulle terre del Sud Italia è un tuffo nel passato, un viaggio che non è solo fisico, ma anche emozionale, una riscoperta delle radici culturali e storiche che si intrecciano con la bellezza autentica dei paesaggi calabresi.
Nel suo cammino attraverso l’area grecanica della Calabria, il viaggiatore si ispira al diario di viaggio di Edward Lear, esploratore dell’Ottocento che ha raccontato con sensibilità le meraviglie del Meridione. Questo viaggio culturale nel sud Italia, tra borghi grecanici e panorami mozzafiato, diventa un’esperienza immersiva ed emozionale, fatta di storie, identità e tradizioni millenarie che sopravvivono nel cuore dell’Aspromonte. Da qui in poi vivrai questo viaggio insieme a noi.


Il viaggio comincia in un tiepido mattino di primavera. Dopo un lungo cammino, il viaggiatore si ritrova in una dimensione del tutto lontana dal caos contemporaneo, a Pietrapennata, frazione di Palizzi: un angolo di paradiso incastonato tra le montagne calabresi. Le case in pietra, immerse in un silenzio profondo, raccontano storie antiche che si respirano a ogni passo.
Il viaggiatore si lascia guidare dai racconti degli abitanti, scoprendo una piccolissima comunità che, nonostante l’isolamento, custodisce gelosamente lo spirito autentico della propria terra. La sua sosta segue il ritmo lento della natura. Tutto è dolce sinfonia. Tanta quiete circonda il viaggiatore. Mentre inizia l’imbrunire.

Poi la strada prosegue verso Palizzi Superiore, dove il mare si fonde con le colline creando un contrasto mozzafiato. Qui, i vicoli parlano una lingua arcaica: è il Greco di Calabria, ancora vivo nei dialetti e nelle tradizioni. I sapori tipici e l’ospitalità degli abitanti regalano un’esperienza fatta di semplicità e autenticità.

È un tardo pomeriggio quando il viaggiatore giunge a Bova Marina e incontra il Parco Archeologico Archeoderi, luogo simbolico in cui natura e storia si fondono. Le stelle che iniziano a illuminare il cielo sembrano raccontare antiche storie di civiltà scomparse, mentre la visita alla Sinagoga di epoca romana rivela la ricchezza di una terra in cui culture diverse – greca, romana, ebraica – hanno convissuto e lasciato segni profondi. Nel cuore del paese, il passaggio alla Giudecca – antico quartiere ebraico – e una visita speciale al Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs approfondiscono la conoscenza di una cultura che resiste al tempo, mantenuta viva dalla memoria collettiva e dalla cura dei suoi abitanti. Il viaggiatore stanco riposa. Nella sua mente… immagini di vita quotidiana, di epoche passate. È il potere di questi luoghi accompagnare silenziosamente nel passato.

Percorrendo le curve dell’Aspromonte, il Viaggiatore giunge nel borgo antico di Bova. Nel cuore del paese, la visita alla Giudecca – antico quartiere ebraico – e la sosta speciale al Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs approfondiscono la conoscenza di una cultura che resiste al tempo, mantenuta viva dalla memoria collettiva e dalla cura dei suoi abitanti. Il viaggiatore stanco riposa. Nella sua mente… immagini di vita quotidiana, di epoche passate. È il potere di questi luoghi accompagnare silenziosamente nel passato.

All’alba il viaggio prosegue. Durante il cammino la brezza è fresca e piacevole. Attorno solo natura incontaminata che, in alcuni tratti, ha dimostrato di riconquistare con forza i propri spazi. Il viaggiatore arriva a Pentedattilo, forse il borgo più rappresentativo della Calabria grecanica. Arroccato tra le rocce e plasmato dal vento e dal tempo, racconta storie di resistenza e rinascita. Le sue case abbandonate, le chiese, i silenzi, tutto contribuisce a creare un’atmosfera quasi mistica, che lascia nel cuore del viaggiatore un senso di meraviglia e mistero.

Queste sensazioni lo accompagnano fino a Roccaforte del Greco, autentico baluardo della cultura grecanica in Calabria, dove il dialetto greco, seppur poco, è ancora parlato e le tradizioni sono tramandate oralmente da qualche anziano del borgo. Camminando per le sue strade, il viaggiatore incontra volti segnati dal tempo, custodi di una memoria collettiva che si rifiuta di svanire. Questa volta le immagini non sono delle pure costruzioni mentali, sospinte da percezioni e sensazioni. Sono immagini reali, di persone e attimi di vita quotidiana che incarnano l’essenza della cultura grecanica. Dopo un banchetto genuino tra i sapori della tradizione e il suono delle parole dell’idioma antico che non vuole scomparire, il viaggiatore prosegue verso la sua tappa successiva.

Nelle prime ore del pomeriggio giunge a Roghudi, uno dei più affascinanti borghi abbandonati della Calabria. Sospeso tra cielo e montagna, questo luogo, disabitato dagli anni '70, è intriso di mistero. Le strade deserte, le case in rovina, le storie sospese nel tempo fanno di Roghudi una meta imprescindibile per chi vuole penetrare l’essenza più profonda e autentica dell’identità grecanica. Basta poco tempo per immaginare, quasi persino udire, l’implacabile furia dell’acqua farsi strada tra le rocce delle pendici della montagna e irrompere nei vicoli. Questa volta il silenzio che circonda il viaggiatore è un silenzio diverso, che lascia inquietudine e dispiacere.

È tempo di sentire la vita della tradizione. Così il viaggiatore giunge a Gallicianò, nel cuore profondo della cultura grecanica. In questo piccolo borgo, la lingua greca viene parlata proprio come un tempo, le chiese affrescate e le case in pietra sono vive testimonianze di una civiltà antica che resiste con forza. Qui più che altrove, l’esperienza del viaggio diventa ascolto attivo e profondo della storia che si accende nei dettagli del quotidiano. Qui, la cultura grecanica è vita, è passato, presente e futuro.
Oltre il paesaggio: un’eredità che vive nel presente
Questo viaggio non è solo un viaggio nel tempo, ma anche nell’anima. Ogni tappa è un incontro autentico con chi ha scelto di rimanere, con chi crede nella propria terra, nei suoi racconti, nella forza delle tradizioni. Il viaggiatore scopre che la cultura grecanica non è una reliquia del passato, ma una realtà viva, dinamica, proiettata verso il futuro pur restando salda alle sue radici.
Alla fine del cammino, si rende conto che il vero tesoro non risiede soltanto nei luoghi attraversati, ma in ciò che li anima: la cultura che resiste al tempo, che vive nei dialetti, nei volti, nei gesti quotidiani. Come Edward Lear intuì con sguardo poetico, viaggiare nell’area grecanica della Calabria non significa solo scoprire luoghi, ma incontrare storie e identità che, pur cambiando, continuano a vivere guardando avanti.
Il vero viaggio è “sentire”. È “comprendere”. C’è un luogo che resta dentro, che chiama, al punto da doverci tornare. È la Calabria Grecanica.
